Rapporto UNAR 2010, raddoppiano le segnalazioni, emerge il sommerso

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Roma, 15 marzo 2011 – La discriminazione razziale e’ un fenomeno che spesso rimane sommerso, per paura, ignoranza, sfiducia. Ma qualcosa sta cominciando a cambiare e nell’ultimo anno in Italia le segnalazioni sono raddoppiate. Lo afferma il Rapporto 2010 dell’Unar (l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) presentato oggi a Roma, dal quale emerge che le vittime sono per il 63,4% stranieri, più uomini che donne, più adulti che giovani, la maggior parte operai o impiegati.
E un 10% di segnalazioni riguarda discriminazioni non razziali ma di genere, orientamento sessuale o religioso. Le segnalazioni raccolte nel 2010 dall’Unar sono state complessivamente 766, l’anno precedente erano state 373. E la tendenza e’ confermata dall’ulteriore aumento del 40% che si e’ registrato dal primo gennaio al 14 marzo 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010. Circa una segnalazione su due proviene dalle stesse vittime di discriminazione, una su quattro e’ invece direttamente promossa dall’Unar, una su cinque e’ segnalata da un testimone. Solo l’8% dei casi e’ segnalato da un’associazione o un ente esterno all’Ufficio. A fine 2010, risultava chiuso il 76,7% delle istruttorie avviate. Crescono i casi relativi a discriminazioni attuate dai mass media (19,9% contro il 10,8% del 2009), anche grazie all’azione di monitoraggio dei mezzi di informazione attuata dall’Unar. Aumentano anche le segnalazioni relative alla vita pubblica (17,8%) e all’erogazione di servizi da enti pubblici (16%),
diminuiscono invece quelle relative al lavoro e alla casa. Le vittime dei casi segnalati sono più uomini (56,4%) che donne (43,6%), più over 35 (58,5%) che giovani (40%) o anziani (1,5%). Quasi una segnalazione su quattro (23,3%) riguarda stranieri che provengono dall’Europa orientale e dai Balcani, quelle di persone dell’Africa del nord sono il 20,9%; nel complesso le vittime straniere sono il 63,4%, il 9,7% sono stranieri con cittadinanza italiana e il resto sono italiani: per questi ultimi le segnalazioni riguardavano altri tipi di discriminazione, come quelle di genere o sessuali o religiose. In maggioranza italiani (82,2%) sono invece i testimoni di discriminazioni. Tra le vittime si segnala una prevalenza di persone coniugate e di istruzione medio – alta. La maggior parte lavora come operaio (25,7%) o impiegato (23,6%), ma numerose sono anche le persone che non lavorano (24,1%), in prevalenza donne. E se tra gli uomini si nota una prevalenza di casi di discriminazione diretta, tra le donne e’ più frequente l’aggravante delle molestie.
Per quanto riguarda l’ambito delle discriminazioni, tra i giovani e’ prevalente quello dell’erogazione di servizi da parte di enti pubblici, mentre tra gli adulti quelle relative al lavoro. Tra gli stranieri, il 26,3% ha segnalato discriminazioni nell’accesso alla casa. La propensione alla denuncia, infine, e’ maggiore tra le persone con una condizione sociale più stabile: le vittime infatti nella maggior parte dei casi sono in Italia da più di cinque anni.

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