Limmigrazione per lavoro in Italia: evoluzione e prospettive
(ASCA) – Roma, 23 febbraio – Con la crisi in Italia e’ aumentata l’occupazione degli immigrati. E’ quanto emerge dal rapporto ”L’immigrazione per lavoro in Italia: evoluzione e prospettive” presentato oggi dal ministero del Lavoro. Nei cinque anni precedenti la crisi economica (tra 2003 e 2008), si legge nella ricerca, quasi tutti i Paesi europei si sono caratterizzati per un aumento sostenuto dell’occupazione.
In molti di essi tale crescita e’ stata trainata dalla componente immigrata. Irlanda, Spagna, Italia e Gran Bretagna registrano, in questo periodo, tassi di variazione degli occupati stranieri superiori al 10%, a fronte di aumenti complessivi tra l’1 e il 3%. La crisi economica ha interrotto questo processo di crescita. Tra il 2008 e il 2010 gli occupati stranieri nell’Unione europea sono diminuiti dello 0,8% contro una flessione complessiva del 2,4%. In Italia, secondo i dati Istat, il bilancio nei due anni della crisi (2009 e 2010) indica una perdita di 554 mila posti di lavoro (realizzata per più di due terzi nel primo anno), ripartiti tra un calo degli occupati italiani pari a circa 863 mila unità (-4,0%) ed ad una crescita dell’occupazione immigrata di 309 mila unità (+17,6%). A questo si aggiunge la diminuzione del tasso di occupazione, l’incremento del tasso di disoccupazione e del numero di persone in cerca di occupazione sia per gli italiani che per gli stranieri. Tra il 2008 e il 2010, a fronte di un leggero calo della popolazione italiana dai 15 anni in su (-63 mila, -0,1%), si e’ registrato un aumento significativo di quella straniera (+626 mila, +24,4%). Tali dinamiche demografiche si riversano sull’occupazione in modo diverso. Nel caso degli italiani alla diminuzione del numero di occupati (-863 mila) si accompagna l’incremento dei disoccupati (+281 mila) e degli inattivi (+519 mila). Nel caso degli stranieri l’aumento della popolazione si riversa in ognuno dei tre aggregati: occupati (+309 mila), disoccupati (+104 mila) e inattivi (+213 mila). Negli ultimi due anni, prosegue il rapporto, il numero di disoccupati presenti in Italia e’ passato da 1,7 milioni del 2008 ad oltre 2 milioni nel 2010. L’aumento ha riguardato per 281 mila unità la componente italiana e per 104 mila quella straniera, con un variazione percentuale superiore al 60%, concentrato soprattutto nel primo anno di crisi. Più contenuta, ma di ampiezza rilevante, la crescita della componete italiana (+18,4%) che nel primo anno di crisi ha visto il 62,6% dei licenziamenti. Senza ombra di dubbio sono i maschi i più colpiti dalla crisi. Infatti l’incremento delle persone in cerca di occupazione e’ pari al 34,6% tra il 2008 e il 2010, contro l’11,6% registrato dalle femmine. Variazione percentuale che si fa consistente tra gli stranieri: +101,5% e +37,9% rispettivamente per maschi e femmine, contro il 28,7% e l’8,4% degli italiani. All’incremento delle persone straniere in cerca di occupazione si affianca una crescita consistente del tasso di disoccupazione. Sul fronte dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, il 2009 e il 2010 si sono caratterizzati per la crescita delle ore concesse di cassa integrazione guadagni superando anche i valori raggiunti con la crisi del 1984 e del 1993. I lavoratori coinvolti sono risultati circa 554 mila nel 2009 e 729 mila nel 2010 pari rispettivamente a circa il 3 e il 4% dei lavoratori complessivi. Accanto alla cassa integrazione si sono registrati incrementi considerevoli del numero di beneficiari l’indennità di mobilità e di disoccupazione concesse a seguito del licenziamento del lavoratore. I beneficiari stranieri dell’indennità di mobilità nel 2009 si sono incrementati del 28,9% a fronte di una crescita complessiva del 9,6% e della componente italiana dell’8,3%. Per quanto riguarda la disoccupazione non agricola l’aumento dei percettori stranieri e’ risultato del 65,4% nel caso di requisiti ordinari e del 3,3% per i requisiti ridotti. I corrispondenti incrementi per gli italiani si sono attestati su tassi inferiori e per i requisiti ridotti si e’ osservata una diminuzione dei beneficiari. Infine osservando la disoccupazione agricola, a fronte di una diminuzione dei beneficiari italiani vi e’ stato un incremento di quelli stranieri, del 16,8% nel caso di requisiti ordinari e del 39,1% per quelli ridotti. Il Sistema informatico delle Comunicazioni Obbligatorie (CO) contiene i dati raccolti in maniera continuativa dai datori di lavoro. Sono dati di natura amministrativa e riguardano l’universo dei rapporti di lavoro a carattere dipendente o parasubordinato comunicati da tutte le unità produttive localizzate sul territorio nazionale. Nel 2009 il sistema CO ha registrato un saldo modesto o negativo per molte categorie. A spiegare la crescita occupazionale del 2009 sono essenzialmente i settori del terziario a maggiore componente femminile: alberghi e ristoranti, istruzione, sanità e no profit. Attualmente sono disponibili i primi sei mesi del 2010, ma a causa della stagionalità dei dati e’ prematuro fare ipotesi sulla grandezza del saldo. Il 2010 si profila come un anno di transizione in cui si stabilizzeranno i processi iniziati l’anno precedente, con flebili segni di ripresa.
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