15 mila medici stranieri, +30% in dieci anni
Roma – 26 aprile 2011 – Sono quasi 15 mila i camici bianchi stranieri in Italia. Medici e dentisti iscritti all’ordine e in continuo aumento, sono aumentati del 30% negli ultimi dieci anni passando dai 10.900 di gennaio 2001 ai 14.737 di oggi. Secondo i dati dell’Enpam, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza della categoria, i più numerosi sono i tedeschi (1.070). Seguono: svizzeri (868); greci (864); iraniani (756); francesi (646); venezuelani (630); romeni (627); statunitensi (617); sauditi (590); albanesi (552). Si concentrano soprattutto in Lombardia (2.588), Veneto (1.425) Emilia Romagna (1.408) e Piemonte (1.019). Tanti anche gli iscritti agli ordini professionali del Lazio (2.303).
Foad Aodi, presidente dell’ Associazione di medici di origine straniera in Italia (Amsi) e consigliere dell’Ordine dei medici di Roma, ritiene che inumeri siano destinati ad aumentare. "Se le iscrizioni annuali a Medicina continueranno a essere 6.200 l’anno, presto l’Italia avrà un gran bisogno di camici stranieri. Secondo le nostre stime nei prossimi 7 anni, il numero dei medici stranieri aumenterà di circa il 40%". Il presidente dell’Amsi sottolinea che"Il 65-80% dei medici stranieri lavora nel privato. Questo perché – spiega – senza la cittadinanza i medici extracomunitari non possono fare concorsi pubblici e questo ha impedito a molti di inserirsi veramente. Noi – denuncia Aodi – siamo per un’immigrazione qualificata, che è l’opposto di quella irregolare, ma chiediamo che dopo cinque anni di lavoro legale in Italia si possa finalmente accedere ai concorsi pubblici, anche senza cittadinanza”. “A lavorare nel pubblico – aggiunge – sono soprattutto gli stranieri arrivati negli anni ’60, ’70 e ’80 – provenienti soprattutto da Iran, Grecia, Palestina, Giordania – che si sono laureati e specializzati in Italia. E che in buona parte, nel frattempo, hanno pure ottenuto la cittadinanza". Quanto ai settori di specializzazione, Aodi rivela che “i professionisti stranieri sono soprattutto pediatri, medici di famiglia, ginecologi e specialisti che operano nell’area dell’emergenza. Lavorano soprattutto nelle cliniche private, in quelle a lunga degenza, nei centri di fisioterapia e riabilitazione e – conclude – all’interno dei laboratori di analisi".