Stranieri, nel 2010 rimesse alle famiglie per € 6,4 miliardi

Stranieri, nel 2010 rimesse alle famiglie per € 6,4 miliardi

Roma, 3 maggio 2011 – Sono oltre 6,4 miliardi di euro le rimesse trasferite nel 2010 dai lavorati stranieri in Italia nei loro Paesi d’origine.
Una cifra che segna però, per la prima volta, un calo del 5,4% rispetto all’anno precedente, segno che la crisi ha colpito tutti. Mediamente ogni straniero che vive nello Stivale invia nel proprio paese 1.508 euro all’anno, destinati per lo più in Asia e in Cina.
Si stima che i cinesi che risiedono in Italia riescono a mantenere oltre mezzo milione di connazionali in Patria. Roma, Milano, Napoli e Firenze sono le province da cui defluisce il maggior importo di rimesse verso l’estero, secondo quanto emerso da uno studio della Fondazione Leone Moressa che ha analizzato i flussi monetari transitati per i canali di intermediazione regolare in uscita dall’Italia da parte degli stranieri che vivono nel nostro paese.
Nel 2009 erano stati in media 1.734 gli euro che i lavoratori stranieri erano riusciti ad inviare alle proprie famiglie lontane. L’ammontare complessivo del denaro in uscita dall’Italia equivale allo 0,41% del Pil nazionale: anche in questo caso tale incidenza si è ridotta rispetto allo 0,44% rilevato l’anno precedente. L’Asia è il continente maggiormente beneficiario delle rimesse che escono dall’Italia. Infatti con oltre 3 miliardi di euro, la macroarea asiatica concentra il 47,4% di tutti i flussi monetari; della rimanente parte, il 27,4% rimane all’interno dei confini europei, il 12,5% prende la via africana e l’11,6% quella americana.
Ma rispetto al 2009 quasi tutte le destinazioni hanno subito una contrazione in termini di rimesse inviate: il continente asiatico ha ricevuto dagli stranieri in Italia il 9,5% in meno di denaro e l’Africa il 4,5% in meno. Unica eccezione i Paesi europei le cui rimesse sono aumentate del 4,2%. Tra tutti i Paesi, la Cina è quello a cui viene inviato il maggior volume di rimesse con 1,7 miliardi di euro, seguito da Romania (800 milioni di euro), Filippine (712 milioni di euro) e Marocco (251 milioni di euro). Le principali nazioni di destinazione mostrano anche in questo caso una riduzione nell’ultimo anno: per la Cina la variazione si attesta al -10,2%, per le Filippine al -11,1% e per la Romania al -3%. In quanto a rimesse procapite, ciascun cinese residente in Italia invia in Patria poco più di 9mila euro a testa, valore più elevato tra tutte le nazionalità. Questo significa che ogni cinese in Italia “mantiene” 2,9 cinesi in Patria e che a livello complessivo si tratta di oltre mezzo milione di cinesi. Con 5.761 euro di rimesse procapite i filippini sostengono una comunità in patria di 468 mila concittadini, i bengalesi di 400 mila soggetti, i senegalesi di 308 mila persone.
Roma è la provincia dalla quale defluisce il maggior volume di rimesse verso l’estero: si tratta di 1,7 miliardi di euro, pari a oltre un quarto di tutte le rimesse che escono dall’Italia. Seguono a ruota Milano, Napoli, Firenze e Prato. Per tali province la prima nazionalità di destinazione è la Cina, ma tra tutte è Prato l’area in cui la quasi totalità delle rimesse defluisce verso il paese asiatico: il 90,5% di tutte le rimesse della provincia. La Romania è invece il primo paese di destinazione delle rimesse di Torino, Brescia e Verona, mentre per le Filippine si tratta di Bologna.
Per quanto riguarda il dato bresciano nel 2010 le rimesse sono state complessivamente 120.121, per un’incidenza dell’1,9% e in calo rispetto ai 12 mesi precedenti dell’8,7%. Mediamente uno straniero che risiede nella nostra provincia riesce ad inviare ai familiari in patria 749 euro. Tra le prime nazioni per valore di rimesse nei Paesi d’origine ci sono, appunto, la Romania (12,5%), seguita  da Senegal (11,3%) e India (9,0%), pari complessivamente al 32,8% del totale della manodopera straniera nel Bresciano.
“Le rimesse dagli stranieri sono un cruciale fattore di garanzia e di crescita per le economie in via di sviluppo”, affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa. “L’aumento del numero di disoccupati stranieri determinato dalla crisi ha messo a dura prova i bilanci degli immigrati e i loro redditi da lavoro. Sono stati costretti a ridurre di fatto quella parte di risparmio che prima veniva inviato nei Paesi di origine, ma che ora viene trattenuto per potersi garantire un sufficiente livello di “sopravvivenza”. Oltre alla crisi, il calo delle rimesse va ascritto anche al fatto che molti stranieri nel tempo hanno scelto l’Italia come il proprio paese di residenza, avvicinando e ricongiungendo a sé la propria famiglia; in questo modo il denaro che prima veniva inviato in Patria, rimane ora nel territorio nazionale”.

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