Immigrati/ Soldi per il rimpatrio: un programma attivo dal 1991

Immigrati/ Soldi per il rimpatrio: un programma attivo dal 1991

Roma, 30 marzo  2011 –  Soldi per rimpatriare gli immigrati: non è una soluzione di emergenza ipotizzata in queste settimana ma un programma – finanziato dalla Comunità europea – e in atto nel nostro paese dal 1991. Si chiama "Ritorno volontario assistito" (Rva) e tra il giugno del 2009 e febbraio 2010 ha riaccompagnato in patria 58 immigrati in partenza dalla Lombardia.
Complessivamente in tutta Italia, nello stesso periodo, sono stati 366 gli immigrati che hanno usufruito del contributo economico attraverso i progetti "Partir" I e II e che prevedevano uno stanziamento, valutato caso per caso, da 1.100 euro fino ad un massimo di 3 mila euro, vincolati all’acquisto di beni o al pagamento di servizi per avviare un nuovo percorso di vita e lavoro una volta ritornati nel paese d’origine. In realtà il costo totale e reale delle ultime azioni di sostegno realizzate dall’Associazione italiana consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa(Aiccre) in partnership con il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) e la Fondazione Ismu, sono costate in media 7mila euro a persona. Prima dell’intervento dell’apposito fondo europeo (che per il quinquennio 2008-2013 è complessivamente di circa 60 milioni di euro, di cui solo un quinto però destinati effettivamente al Rva), l’Italia ha assistito anche finanziariamente gli immigrati che volevano lasciare il nostro Paese aiutando nel rimpatrio oltre 7mila persone a partire dal 1991. In realtà la vera criticità del programma è che agli aiuti per il rimpatrio accedono pochissimi immigrati, tanto che oggi è stata presentata una nuova campagna informativa per promuovere il "Ritorno volontario assistito" tra le principali comunità straniere presenti in Italia e un progetto pilota a Milano, Roma e Napoli per il contatto diretto con gli immigrati attraverso i Consolati, la Prefettura, il privato sociale, i media locali e, nel caso del capoluogo lombardo, gli operatori dell’area socio-sanitaria del Comune. In pratica i migranti che aderiscono al Rva vengono aiutati nella preparazione dei documenti di viaggio e nell’elaborazione di un piano di reintegro socio-economico, gli viene pagato il biglietto aereo, gli viene fornita assistenza nell’aeroporto di partenza e in quello di arrivo (con eventuale scorta medica), gli viene data assistenza logistica per raggiungere la destinazione finale e infine viene verificata la fattibilità del piano di reintegrazione e la modalità di utilizzo del sussidio. Al piano di assistenza possono beneficiare potenzialmente quasi tutti i cittadini immigrati presenti nelle nostre città: chi gode di protezione internazionale, coloro che hanno ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari, le vittime di tratta, chi ha ricevuto forme di protezione temporanea, chi vive in Italia in una "situazione di estrema vulnerabilità e grave disagio" ma anche chi non ha il permesso di soggiorno o non è più in condizioni di ottenerlo. Secondo i promotori, oltre all’evidente valore umanitario, il rimpatrio volontario costa allo Stato meno di quello coatto (finanziato nello stesso fondo europeo) e permette di prevenire situazioni di forte disagio sociale, di sfruttamento e di coinvolgimento di soggetti molto vulnerabili nelle attività criminali.

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