Guida Uil alle Imposte e Tributi delle Province Giugno 2011

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Quanti sono i cittadini che conoscono chi è il destinatario dell’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT)?
E quanti coloro che sono al corrente del funzionamento dell’imposta?
Quanti tra questi sanno che tale imposta può essere maggiorata nella base imponibile del 30%?
Quanti automobilisti sono informati sul fatto che sulla loro polizza assicurativa RCA si paga una Imposta fissa del 12,5%?
E sanno gli stessi automobilisti chi ne è il beneficiario?
Quante imprese commerciali, artigiane, commerciali e uffici/studi professionali sono a conoscenza del fatto che sulla loro bolletta dell’energia elettrica grava un’Addizionale pari a 9,30 euro per ogni mille kilowatt consumati?
Sono a conoscenza che la stessa può essere aumentata fino a 11,40 euro ogni mille kilowattori? E chi è il destinatario di tale gettito?
Quante famiglie e imprese sono al corrente, che sulla loro bolletta dei rifiuti si paga il TEFA, acronimo di Tributo Provinciale per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione igiene dell’ambiente, e che questo grava sulle loro bollette per un’aliquota che può variare dall’1% al 5%?
Sanno chi è il destinatario di tale sovratassa?
E la tassa sui passi carrabili (TOSAP)?
Sono queste tutte imposte che, insieme ad altri tributi, vanno ad alimentare le casse delle Province.
Il più delle volte, tra l’altro, i cittadini, ignorano sia come si applicano, che l’Ente beneficiario dei proventi.
Imposte che oggi valgono complessivamente, per le casse delle Amministrazioni Provinciali, oltre 4,8 miliardi di euro.
In particolare, dall’Imposta sulla RCA le Province incassano ogni anno 2 miliardi di euro; dall’IPT 1,1 miliardi di euro; dall’Addizionale Provinciale sull’energia elettrica 839 milioni di euro; dal TEFA 289 milioni di euro; dagli altri tributi (TOSAP, Tributo in discarica, compartecipazione IRPEF) 541 milioni di euro.  
Per quanto riguarda l’IPT, che rappresenta il 17,4% del totale delle entrate proprie delle Province, 49 di esse hanno deliberato un aumento del 30%, tra cui: Ancona, Bologna, Catanzaro, L’Aquila, Milano, Palermo, Potenza e Torino.
Pertanto, in queste Città, per una trascrizione al PRA di una utilitaria si pagano 196 euro.
45 Province una maggiorazione del 20%, tra cui: Bari, Cagliari, Campobasso, Genova, Napoli, Roma, Trieste, Venezia.
In queste Città, pertanto, per la trascrizione al PRA si pagano 181 euro.
Mentre 6 Province hanno deliberato una maggiorazione compresa tra il 10% ed il 29% e, tra queste Perugia (26%).
Infine 6 Province non hanno deliberato nessuna maggiorazione tra cui: Aosta, Bolzano, Firenze e Trento.
In queste Province si paga la tariffa base per una trascrizione fissata per un’utilitaria a 150,81 euro.
E’ a Roma, la Provincia, dove si registra il gettito maggiore con 109,3 milioni di euro; seguita da Milano con un gettito di 79,2 milioni di euro; Torino con 63,4 milioni di euro; Napoli con 46 milioni di euro; Brescia con 26,3 milioni di euro.  
Per quanto concerne l’Imposta sulla RCA, da sola, rappresenta il 41,3% del totale delle entrate proprie delle Province.
Fino a quest’anno si trattava di una semplice devoluzione alle Province, del gettito dell’imposta (aliquota 12,5%), ma con il Decreto Attuativo sul federalismo fiscale già a partire dal 2011 ogni Provincia potrà aumentare o diminuirne del 3,5% l’aliquota.
Tra l’altro questa imposta è detta dinamica, in quanto la base imponibile è il premio assicurativo.
Pertanto, se aumenta il premio assicurativo, vuoi per gli aumenti “fisiologici” o in presenza del “bonus-malus”, aumentano, anche ad invarianza dell’aliquota, i proventi per le Province.
E’ a Roma, ad oggi, la Provincia, dove si registra il gettito maggiore con 175,3 milioni di euro; seguita da Milano con 128,8 milioni di euro; Napoli con 85,2 milioni di euro; Torino con 80,5 milioni di euro; Brescia con 49 milioni di euro.           
Mentre per quanto concerne l’Addizionale sul consumo dell’energia elettrica, il cui gettito dal 2012 sarà di competenza dello Stato, essa rappresenta il 17,4% del totale delle imposte e tasse delle Province.
In particolare sono 86 le Province che hanno deliberato la maggiorazione dell’Addizionale tra cui: Ancona (10,85 euro ogni mille kilowattori); Bologna (11,40 euro ogni mille kilowattori); Cagliari (11,36 euro); Campobasso (11,36 euro); Catanzaro (11,36 euro); Milano (11,40 euro); Palermo (11,36 euro); Perugia (11,36 euro); Potenza (11,36 euro); Torino (11,36 euro); mentre Roma, Napoli e Firenze applicano l’aliquota base (9,40 euro).
La Provincia con il maggior gettito è Milano con 63,6 milioni di euro; seguita da Roma con 45,3 milioni di euro; Torino con 36,3 milioni di euro; Napoli con 28 milioni di euro; Brescia con 22,7 milioni di euro.       
Per quanto riguarda il TEFA, invece, esso rappresenta il 6% del totale delle entrate proprie delle Province.
La stragrande maggioranza delle Province (86 Amministrazioni), applica l’aliquota del Tributo Provinciale Ambientale più alta (5%), mentre a Prato si applica l’1%; a Brescia l’1.5%; a Siracusa il 2%; a Pisa il 2,5%; a Ragusa, Enna, Firenze, Treviso e Taranto il 3%; ad Oristano e Livorno il 3.5%; a Catania, Messina, Agrigento, Avellino, Lucca e Foggia il 4%; ad Arezzo il 4,7%; mentre la Provincia di Latina applica un’ aliquota diversificata dall’1 al 5% a seconda della percentuale di raccolta differenziata attuata dai Comuni.
E’ Roma la Provincia che incassa di più da tale tributo con 24 milioni di euro l’anno; seguita da Milano con 20,2 milioni di euro; Napoli con 20 milioni di euro; Torino con 15,7 milioni di euro; Catania con 14,5 milioni di euro.
Cambierà questa situazione con il federalismo fiscale e si renderà più trasparente il rapporto tra fisco e cittadini?
Si attuerà il principio di responsabilità degli amministratori locali riassumibile nello slogan “pago, vedo, voto”?
Qualcosa certamente cambierà: si rivedrà la base imponibile per l’IPT; si da facoltà alle Province di aumentare l’Imposta RCA; si confermano tutti gli altri tributi, all’infuori dell’addizionale sull’energia elettrica accentrata nelle casse dello Sato e sostituita da una compartecipazione al Bollo auto.
Non convince, tra l’altro, il rafforzamento di tutto l’impianto dei tributi e compartecipazioni destinato alle Province, soprattutto per quanto riguarda i tributi collegati al trasporto su gomma; l’impressione è che, da Ente che doveva essere soppresso o rivisto, la Provincia vedrà rafforzato il proprio ruolo.
Auspichiamo, quindi, che la politica tutta sia questa volta coerente e applichi finalmente ciò che è nelle previsioni della premessa del DLGS attuativo sul fisco provinciale e cioè: l’abolizione o, almeno,  la  razionalizzazione delle Province semplicemente destinando loro le risorse esclusivamente per le funzioni che devono svolgere. 

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