11° Rapporto UIL sulla Cassa Integrazione 2018
ORE AUTORIZZATE A NOVEMBRE 2018 dati per macro area, regioni, province – confronto con OTTOBRE 2018
ORE AUTORIZZATE NEL PERIODO GENNAIO-NOVEMBRE 2018 dati per macro area, regioni, province – confronto con stesso periodo 2017
STIMA UIL: POSTI DI LAVORO SALVAGUARDATI NEL PERIODO GENNAIO-NOVEMBRE 2018 dati per macro area e regioni – confronto con stesso periodo 2017
ORE AUTORIZZATE PER SETTORE PRODUTTIVO NEL PERIODO GENNAIO-NOVEMBRE 2018 dati per macro area e regioni – confronto con stesso periodo 2017
11° Rapporto UIL sulla Cassa Integrazione 2018
A distanza di un mese dal bilancio 2018 sulle ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps, nel periodo gennaio-novembre sono state richieste dalle imprese 203,7 milioni di ore. Mediamente, nel periodo considerato, l’ammortizzatore sociale ha salvaguardato 108 mila posti di lavoro.
Rispetto allo stesso periodo del 2017, la cassa integrazione subisce una flessione del 38,1%, che investe le tre gestioni seppur in misura logicamente maggiore la cassa integrazione in deroga (-91,7%), seguita dalla cig straordinaria (-45,4%) e dalla ordinaria (-5,9%).
Dall’analisi dei dati emerge, per la prima volta dall’inizio della crisi, una generale riduzione di ore che interessa indistintamente le tre macro aree (-46% al Mezzogiorno; -38,2% al Centro; -33,2% al Nord), tutte le Regioni (con la maggior riduzione di richieste in Umbria -63,6%) e quasi tutte le province con sole 10 eccezioni: Latina (+182,8%), Enna (+109,1%), Verbania (+82,2%), Catanzaro (+68%), Cuneo (+59,4%), Frosinone (+52,8%), Pordenone (+38,6%), Potenza (+38,4%), Isernia (+5,7%) e Messina (+3,7%).
Dall’esame dei dati in valori assoluti, la cassa integrazione straordinaria ha assorbito più della metà delle ore autorizzate a livello nazionale (111,8 milioni di ore) e una simile percentuale di incidenza si registra anche nel Nord (104 milioni). A livello regionale più di 1/3 delle ore nazionali sono state richieste da aziende lombarde e piemontesi (rispettivamente 33 e 27,7 milioni di ore).
Una così massiccia e generalizzata riduzione di questo ammortizzatore sociale, potrebbe far presumere ad un miglioramento dello stato di salute del nostro sistema produttivo ed occupazionale, ma risulta difficile spingerci a tale conclusione poiché molti sono i fattori che potrebbero influire a tale flessione di richieste, tra cui: le modifiche apportate dalle ultime riforme degli ammortizzatori sociali, la scadenza per molte aziende del periodo di utilizzo della cassa integrazione ma anche, purtroppo, la chiusura di molte unità produttive con l’ingresso dei lavoratori nelle fila della disoccupazione.
Ivana Veronese – Segretaria Confederale UIL
Roma, gennaio 2019