11° Rapporto UIL sulla Cassa Integrazione 2016
Ore autorizzate novembre 2016:dati per macro area, regioni e province (confronto con ottobre 2016)
Ore autorizzate novembre 2016:dati per macro area e regioni (confronto con novembre 2015)
Ore autorizzate gennaio-novembre 2016:dati per macro area e regioni (confronto con stesso periodo del 2015)
Stima Uil posti di lavoro salvaguardati dalla CIG a novembre 2016: dati per macro area e regioni (confronto con ottobre 2016)
Ore autorizzate per settore produttivo a novembre 2016: dati per macro area e regioni (confronto con novembre 2016)
11° RAPPORTO UIL SU CIG PER MACRO AREE, REGIONI E PROVINCE (NOVEMBRE 2016)
11° rapporto UIL su cig per macro aree, regioni e province (novembre 2016)
Nel mese di novembre sono state autorizzate oltre 37,8 milioni di ore di cassa integrazione, con una flessione congiunturale del 13,2% e tendenziale del 27,5%. Sono state 24,5 milioni le ore di cassa integrazione straordinaria, 10,2 milioni le ore di ordinaria e 3,1 milioni le ore di deroga. Rispetto ad ottobre riprende a crescere la gestione ordinaria (+13,5%) dovuta, come sostiene l’Inps, “ad una progressiva ripresa delle attività amministrative di concessione, anche nella gestione dell’arretrato”, e la cassa in deroga (+2,2%), mentre si riduce la richiesta della straordinaria (-22,2%). I dati per macro area ci informano che la crescita delle ore richieste si è avuta solo al Centro (+12,6%), a fronte di una diminuzione che ha interessato in maniera più forte il Mezzogiorno (-46,2%) e più debole il Nord (-7,5%). 8 le Regioni con un incremento di richieste: la Sardegna in testa (+ 140,3%), mentre in Campania la maggior contrazione di ore (-75,8%). A livello provinciale, 47 i territori interessati dall’ aumento della cassa integrazione: ad Enna l’aumento più forte passando dalle “zero” ore richieste ad ottobre alle oltre 47 mila di novembre. A seguire, nelle prime 5 posizioni troviamo Livorno (+5124,7%), Parma (+761,3%), Sassari (652,2%) e Lecce (+541,3%). Per quanto concerne la distribuzione delle ore di cassa integrazione nei diversi settori produttivi, 29,6 milioni sono assorbite dall’industria, circa 3,8 milioni dall’edilizia, 3,1 milioni dal commercio e 1,3 milioni dall’artigianato. Tra ottobre e novembre, si è registrato un incremento di ore in tutti i settori (artigianato +25,2%, edilizia +16%, commercio +10,2%), ad eccezione dell’industria che ha subito un decremento di richieste del 18,6%. Ad un mese di distanza dal bilancio annuale, le ore autorizzate di cassa integrazione sono state 544 milioni, con una flessione del 15% rispetto allo stesso periodo del 2015. Le ore di cassa integrazione straordinaria hanno assorbito il 67% del totale (in valori assoluti si tratta di 364,7 milioni di ore, in diminuzione del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2015); la gestione ordinaria totalizza 127,1 milioni di ore autorizzate (-27,7% rispetto agli 11 mesi del 2015); la cassa in deroga 52,1 milioni di ore (-43,2%). In aumento le ore autorizzate in 4 Regioni: Valle d’Aosta (+35%), Toscana (+6,3%), Emilia Romagna (+3,6%), Campania (+3,3%). Di converso, la maggiore flessione di ore in Basilicata (-68,2%). La media di periodo di posti salvaguardati pari a 291 mila. Alla luce di queste analisi la UIL vede la conferma di come il sistema economico-produttivo reagisca in maniera molto articolata alla crisi. A fronte di realtà che hanno reagito e si sono riassestate vi sono moltissime imprese che sono in difficolta. Dato, questo, confermato dal progressivo aumento dei licenziamenti e dalla “tenuta” delle domande di NASPI (indennità di disoccupazione). Ed è per questo che sosteniamo come il vero “difetto” del jobs act, almeno sul tema degli ammortizzatori sociali, sia l’aver innovato in maniera rigida un sistema di protezione sociale che ha, invece, la necessità di plasmarsi su questo quadro differenziato. La ridotta durata temporale e il maggior costo (per le imprese) per la cassa integrazione ordinaria e straordinaria, unitamente alla fine della indennità di mobilità dal 1 gennaio 2017, rischiano di produrre ciò che abbiamo denunciato : molte imprese rinunciano a ristrutturarsi mantenendo il loro “capitale umano” e scelgono la strada, ancor più drammatica, della riduzione del personale. Questo Governo può proseguire, senza timidezza, sulla strada iniziata dal precedente : derogare, in molti casi, ai rigidi criteri per la concessione della Cigo e e della Cigs anche nel 2017.
Guglielmo Loy Segretario Confederale UIL Dicembre 2016
(rapporto curato da Antonella P.)